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Monitoraggio energetico e cogenerazione per l’efficientamento di ospedali e strutture di ricovero

Monitoraggio energetico e cogenerazione per l’efficientamento di ospedali e strutture di ricovero

04/08/2020

Gli edifici sanitari, tra cui ospedali e case di cura, sono tra le strutture più energivore del settore terziario. La riqualificazione energetica è fondamentale, non solo per contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra, ma anche per ottimizzare prestazioni di strutture che, come l’emergenza Covid-19 ci ha mostrato, sono indispensabili.


Consumi ed efficienza energetica delle strutture ospedaliere


Secondo gli ultimi dati diffusi da Terna, nel biennio 2017-2018, i consumi elettrici dell’Italia risultano cresciuti dello 0,5%, passando da 301880,5 a 303443 GWh.

L’aumento ha interessato specifici settori, quali: industriale (+ 0,7%) e terziario (+ 1,1%).


In questo scenario, il settore terziario sembra essere quello che preoccupa di più, anche perché risulta ultimo in tema di obiettivi di risparmio energetico previsti per il 2020 dal Piano d’Azione per l’Efficienza Energetica del 2017.


Oltre ad hotel e ristoranti, tra le strutture più energivore del settore terziario ci sono quelle sanitarie, come ospedali e case di cura. Il valore dei loro consumi energetici si differenzia in base agli ambienti presenti, perché ognuno richiede un’alimentazione differente. Pensiamo, ad esempio, alle strutture con laboratori e/o ambienti destinati alla ricerca scientifica: le apparecchiature biomediche presenti comportano un elevato consumo di energia, sia elettrica che termica; se dotati di spazi per la degenza o per la riabilitazione, i consumi energetici delle strutture sanitarie cambiano ancora e così via.


“Sono strutture complesse, possono essere composte da più di un edificio e sono caratterizzate da elevati consumi energetici”.


È quanto afferma il GSE (Gestore Servizi Energetici) e forse basterebbe questo per farci comprendere che è necessario provvedere alla riqualificazione energetica delle strutture sanitarie, al fine di renderle più efficienti e a basso impatto ambientale.


Ogni anno – in Italia – tra risorse pubbliche e private, la spesa per la sanità si aggira intorno ai 140 miliardi di euro (circa l’8% del PIL nazionale) e il costo dell’energia incide per il 5% sull’intero fatturato del mondo ospedaliero. È il momento di fare qualcosa.


Energia termica: un consumo pari ai 2/3 del consumo totale


Gran parte dei processi e delle attività delle strutture ospedaliere sono assicurate dall’energia termica: riscaldamento, ventilazione, acqua calda, fisioterapia, sterilizzazione e molto altro. Il consumo di energia termica rappresenta i 2/3 del totale dei consumi energetici complessivi.


Questo fabbisogno viene soddisfatto dai cosiddetti impianti HVAC – Heating, Ventilation and Air Conditioning – le cui condizioni devono essere sempre ottimali, al fine di soddisfare le necessità di pazienti, visitatori e soprattutto del personale ospedaliero.

Ogni ambiente va adeguatamente alimentato: terapie intensive e sale operatorie avranno sicuramente bisogno di una qualità dell’aria migliore rispetto alle camere.


Riqualificare il consumo energetico delle strutture sanitarie


Per efficientare e ridurre i consumi energetici delle strutture sanitarie bisogna intervenire con attività di monitoraggio energetico e diagnosi. Si tratta di soluzioni in grado di: analizzare il consumo energetico presente, paragonarlo a parametri settoriali e individuare gli interventi necessari alla ridefinizione dei consumi e correggere eventuali anomalie. Verifica delle condizioni e interventi possono poi essere seguiti dall’implementazione di software di monitoraggio in grado di controllare, in real time e anche da remoto, le prestazioni energetiche e i consumi dell’intera struttura o di alcune sue parti.


Cogenerazione, fonti rinnovabili e interventi di coibentazione: ecco qualche soluzione


La cogenerazione è una tecnologia che consente la produzione combinata di energia elettrica e termica. Gli impianti di cogenerazione vanno alimentati con materiale combustibile (gas naturale, petrolio o biogas) per consentire ai generatori di produrre elettricità. In seguito, i dispositivi di recupero del calore agiscono catturando quanto prodotto dalla turbina o dal motore. Il calore catturato viene poi convertito in energia termica e sfruttato sotto forma di vapore o di acqua calda. Con la cogenerazione, il calore solitamente scartato diviene una risorsa.


Conviene implementare un impianto di cogenerazione? Dipende dai consumi della struttura. Per quelle che registrano un elevato consumo di energia sia termica che elettrica sicuramente conviene. Inoltre, più i tempi di utilizzo dell’impianto di cogenerazione sono alti, più diminuiscono i tempi di ritorno dell’investimento (es. 8.000 ore di utilizzo all’anno, tempi di ritorno pari a 3 anni).


Fruire delle fonti rinnovabili per acquisire le risorse energetiche significa anche predisporre l’installazione di impianti fotovoltaici. Ma, come testimoniato da un recente sondaggio di Fire sottoposto agli Energy Manager delle strutture ospedaliere italiane, sono pochissime quelle che oggi presentano tali soluzioni.


Altrettanto importanti sono gli interventi sulla coibentazione dell’involucro degli edifici; l’isolamento di pareti e coperture o la sostituzione degli infissi sono solo alcuni degli interventi possibili capaci di ridurre il consumo energetico delle strutture ospedaliere.


Cogenerazione: vantaggi e incentivi


Tra i principali vantaggi della cogenerazione ci sono sicuramente: il risparmio energetico, il taglio dei consumi di energia primaria e la riduzione dell’impatto ambientale.


La produzione di energia combinata richiede un minor consumo di combustibile rispetto a quella separata. Si parla di un risparmio compreso tra il 10 ed il 30% e di una conseguente riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.


L’implementazione di impianti di cogenerazione può essere supportata con meccanismi incentivanti come i Certificati Bianchi, riconosciuti agli impianti CAR (Cogenerazione ad Alto Rendimento).


ESCo ed Energy Manager per il benessere delle strutture sanitarie


La normativa italiana obbliga chi rileva un consumo di energia annuale superiore a 1000 tonnellate di petrolio equivalente alla nomina di un Energy Manager. Ciò riguarda anche le strutture sanitarie.


A tal proposito, chi vuole provvedere alla riqualificazione energetica di una struttura può avvalersi del supporto e dell’esperienza delle ESCo. Grazie all’aiuto dei nostri ingegneri e tecnici ambientali puoi agire con consapevolezza.


Proviamoci insieme.

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