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25/11/2019
Nomine illegittime e governance trasparente; ecco tutti i dettagli sull’interrogazione rivolta al Ministro Patuanelli.
La richiesta di chiarezza da parte degli operatori interessati agli investimenti di efficienza energetica e all’uso di fonti rinnovabili spinge Gianluca Benamati a interrogare il Ministro Patuanelli circa il GSE. Analizziamo le scelte fatte dall’ente a seguito del PNIEC 2030 e quanto accaduto circa le nomine illegittime: sarà quiete dopo la tempesta?
Il vice presidente della commissione delle attività produttive della Camera, Gianluca Benamati interroga il Ministro Patuanelli sulla nuova linea della governance del GSE.
I tumulti degli ultimi mesi hanno indotto Benamati a chiedere delle specifiche al Ministro dello Sviluppo Economico il quale, essendo anche vigilante dell’attività del GSE, deve dare risposte certe e trasparenti.
Focus dell’interrogazione rivolta al ministro Patuanelli sono i provvedimenti che il Governo intende adottare al fine di garantire la trasparenza e l’efficacia della governance del GSE.
La richiesta è legata sia alle vicende che hanno interessato il GSE negli ultimi mesi – e la sua nuova struttura organizzativa – sia alle agitazioni che arrivano dal settore energetico. Tramite una nota congiunta, infatti, l’ANEV, l’Associazione Nazionale Energia nel Vento e il Coordinamento Free, Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica, hanno ufficializzato la loro preoccupazione per la condizione di criticità odierna del comparto rinnovabile. Gli operatori richiedono informazioni chiare e soprattutto unitarie per realizzare nuovi investimenti e intervenire su quelli già esistenti.
GSE sta per Gestore dei Servizi Energetici, una società italiana controllata interamente dallo Stato attraverso il MEF, il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il suo modello organizzativo, da sempre tradizionale, è caratterizzato da due sezioni: una operativa con il consiglio di amministrazione, ed un’altra di controllo con il collegio sindacale. L’attività di revisione dei conti e dei bilanci viene svolta da una società di revisione legale, mentre quella di controllo viene lasciata ad un organismo di vigilanza legato alla figura del magistrato delegato della corte dei conti.
Nel 2018, a seguito dell’ufficializzazione del PNIEC 2030, il GSE ha deciso di ampliare la sua struttura organizzativa con tre nuovi dipartimenti al fine di migliorare la sua attività a supporto del paese, in vista degli obiettivi energetici ed ambientali fissati.
Nuovi dipartimenti corrispondono a nuovi dirigenti le cui nomine, però, sono state oggetto di verifiche da parte della Corte dei Conti e materia di discussione anche per il Governo. Alcune nomine, infatti, sono state definite illegittime perché incompatibili sotto diversi aspetti. In particolare la nomina di Daniele Novelli alla Divisione Incentivi, dichiarata illegittima perché l’ingegnere è stato, per ben otto anni, un funzionario dell’RSE S. p. A. (Ricerca sul Sistema Energetico), società dipendente dal GSE. Il suo ruolo nella segreteria tecnica del ministero dello sviluppo alla direzione generale per il mercato elettrico risulterebbe infatti incompatibile con il nuovo incarico.
Dopo le richieste di giustificazioni da parte del Governo e le precisazioni fornite sia dal Presidente Francesco Vetrò che dall’amministratore delegato Roberto Moneta, con un CdA indetto lo scorso 11 settembre il GSE ha annullato le nomine fatte in precedenza.
È chiaro che per gli operatori e gli imprenditori interessati alle fonti rinnovabili e alle operazioni di efficientamento energetico diventa essenziale essere aggiornati sulle politiche energetiche nazionali attive e sulla conformità del GSE. Ecco perché è interesse e dovere del Governo esigere chiarezza dai soggetti interessati.
A seguito della pubblicazione del PNIEC 2030 i vertici del GSE hanno sentito l’esigenza di adeguare la propria struttura a beneficio di un settore che deve essere allineato alle direttive europee e promosso nella maniera più efficace possibile.
I piani nazionali redatti da ogni paese membro sono frutto delle disposizioni ricevute dall’UE, i quali condividono lo scopo di conseguire la transizione energetica europea e di coniugare:
Con il PNIEC – Piano Nazionale Integrato Energia e Clima – l’Italia adotta precise misure per intervenire nelle 5 dimensioni indicate dalla commissione: decarbonizzazione e fonti rinnovabili, efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno e ricerca e innovazione. Le attività previste dal Piano Nazionale mirano a conseguire precisi risultati:
Governo e GSE hanno il dovere di agire con chiarezza e trasparenza fornendo informazioni e strumenti utili ai soggetti privati e aziendali interessati all’efficienza energetica e all’implementazione di altre fonti energetiche, sostenibili o rinnovabili.
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