head
Come ridurre la carbon intensity in Europa

Come ridurre la carbon intensity in Europa

23/03/2021

Questo contenuto è stato aggiornato in data 13/07/2021.


La sfida è coniugare un modello di sviluppo economico che permetta anche di ridurre le emissioni inquinanti.


L’Unione Europea ha disegnato una road map per arrivare alla neutralità carbonica entro il 2050. Intanto ha definito degli obiettivi intermedi, attraverso il quadro 2030 per il clima e per l’energia. L’intento è quello di ridurre di almeno il 55% le emissioni nette di gas serra (soglia iniziale pari al 40%, poi aumentata su approvazione della Commissione Ue nei primi mesi del 2021). Tra gli altri obiettivi ci sono: il raggiungimento di almeno il 32% di consumi energetici da fonti rinnovabili e un incremento di almeno il 32,5% dell’efficienza energetica (con probabili aumenti nei prossimi mesi).


Raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni CO2 significa prendere in considerazione molteplici fattori: il PIL, come espressione della capacità di investimento di un Paese, le proprietà dei sistemi energetici e produttivi, gli assetti industriali, le risorse energetiche utilizzate da ogni Paese. In quest’ottica non si possono non considerare gli investimenti per la lotta ai cambiamenti climatici per ridurre la carbon intensity delle nostre economie.


Occorre moltiplicare gli sforzi in tutti i settori economici per raggiungere l’obiettivo comune della neutralità climatica entro il 2050; è necessario rilanciare l’economia in modo più verde e resiliente per creare un futuro sostenibile.


Intensità energetica e PIL: qual è il rapporto?


Il valore dell’intensità energetica di un singolo Paese è dato dal rapporto tra consumo interno lordo di energia e PIL. L’intensità energetica è un indicatore della capacità di un sistema di trasformare il consumo di energia in produzione; è influenzato dall’efficienza energetica, dalla struttura produttiva, dal peso dei diversi settori, dalle condizioni climatiche, dagli stili di vita, dal contenuto di energia dei beni e servizi prodotti, dalla disponibilità di fonti energetiche e dalla possibilità di accedervi.


Il settimo obiettivo dell’Agenda delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile richiama la necessità di “assicurare l’accesso a energia pulita, a buon mercato e sostenibile per tutti”. Nei target di questo obiettivo si chiede di migliorare l’efficienza energetica con un raddoppio del tasso globale della stessa, entro il 2030. L’indicatore che permette di monitorarne i progressi è l’intensità energetica globale, la quale migliora ogni volta che il PIL mondiale cresce più rapidamente del consumo di energia primaria.


La correlazione tra emissioni e settori industriali


Confrontando l’andamento delle emissioni di gas serra con il PIL, nel periodo 1990-2016, nel Rapporto ISPRA “Emissioni nazionali di gas serra: indicatori di efficienza e decarbonizzazione nei principali Paesi europei” si evidenzia che la crescita delle emissioni è stata più lenta di quella dell’economia. Viene meno anche l’assoluta dipendenza tra emissioni e consumo energetico dovuto principalmente alla sostituzione di combustibili a più alto contenuto di carbonio con il gas naturale e l’incremento della quota di energia proveniente da fonti rinnovabili.


Le emissioni del settore trasporti mostrano una costante crescita, così come il settore civile, tra residenziale e servizi, il settore manifatturiero e costruzioni, nonchè quello dell’agricoltura e della pesca. Nell’UE-27 le emissioni di gas a effetto serra sono diminuite del 3,7 % nel 2019, mentre il PIL è cresciuto dell’1,5 %. Le emissioni sono diminuite del 24 % rispetto ai livelli del 1990.


Protocollo di Kyoto e gas climalteranti


I gas serra, presenti in modo naturale in atmosfera, svolgono un ruolo cruciale perché permettono al nostro pianeta di avere una temperatura idonea alla nascita e al mantenimento della vita. Le emissioni antropiche comportano però un aumento della concentrazione di gas serra a causa del rilascio di carbonio dovuto alla deforestazione, ai cambiamenti nell’uso del suolo e all’impiego di combustibili fossili.


Il protocollo di Kyoto fa riferimento a 6 gas climalteranti, ognuno dei quali ha un potenziale di riscaldamento che dipende dal tempo in cui rimane in atmosfera e dalla sua capacità di assorbire le radiazioni provenienti dalla terra:


  • anidride carbonica causata dall’impiego di combustibili fossili
  • gas metano prodotto principalmente dalle discariche di rifiuti e allevamenti zootecnici
  • protossido di azoto derivante dal settore agricolo e dalle industrie chimiche
  • idrofluorocarburi impiegato nelle industrie chimiche e manifatturiere
  • perfluorocarburi impiegato, anch’esso, nelle industrie chimiche e manifatturiere
  • esafluoruro di zolfo di origine antropica


I potenziali climalteranti dei gas sono stabiliti dall’Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC.


Cosa si intende con intensità di carbonio?


Un’economia a bassa intensità di carbonio è quell’economia che nel realizzare beni e servizi riduce l’emissione dei gas climalteranti. L’intensità di carbonio rientra tra gli indici di valutazione dell’efficienza ambientale di un sistema energetico o, in termini più ampi, del sistema complessivo di produzione di beni e servizi. Una bassa intensità di carbonio corrisponde a un’elevata efficienza del sistema di trasformazione dell’energia.


Misura comune dell’intensità di carbonio è il peso di carbonio per British thermal unit (Btu) di energia. Le intensità di emissioni sono utilizzate per ricavare stime delle emissioni di inquinanti atmosferici o di gas serra. Inoltre, sono utilizzate anche per confrontare l’impatto ambientale di diversi combustibili o attività.


Per confrontare le emissioni provenienti da diverse fonti di energia elettrica si utilizza l’intensità di carbonio per chilowattora – CIPK.


Come si valuta la carbon intensity?


L’intensità di carbonio di un processo può essere valutata tramite diverse metodologie:


  • LCA - Life Cycle Assessment - valutazione dell’intero ciclo di vita: include le emissioni di carbonio derivanti da uno specifico processo, dalla produzione e al fine vita dei materiali, impianti e macchinari utilizzati per il processo considerato;
  • WTW - Well too wheels - comunemente utilizzato nei settori Energia e Trasporti, considera le emissioni del processo e quelle derivanti da estrazione e raffinazione del materiale ma sono escluse le emissioni dovute a produzione e fine vita.


L’intensità di carbonio è anche utilizzata nella proiezione di possibili scenari futuri, come quelli utilizzati nelle valutazioni IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change – insieme ai cambiamenti futuri della società, nell’attività economica e nelle tecnologie energetiche.

La correlazione tra queste variabili è trattata sotto l’Identità Kaya, la quale afferma che il livello di emissione totale di anidride carbonica dei gas serra è il risultato di 4 fattori: popolazione umana, PIL pro capite, intensità energetica ed intensità di carbonio. Questo rapporto prende il nome dallo scienziato giapponese Yoichi Kaya che per primo lo propose negli anni 80.


Ue contro l’inquinamento: strategie e certificazioni ambientali


La Commissione europea ha intrapreso diverse azioni ed iniziative per ridurre l’inquinamento: il Piano d’azione per l’economia circolare, la Strategia per la biodiversità e la Strategia Farm to Fork. Per il 2021 è prevista la Strategia per la sostenibilità dei prodotti chimici e il Piano d’azione per l’inquinamento zero, che contribuiranno a promuovere prodotti e tecnologie più puliti in tutti i settori economici più pertinenti.


Le certificazioni ambientali rappresentano la spinta da parte dell’Unione europea al raggiungimento della carbon neutrality per il 2050, del resto le aziende mostrano una grande apertura verso le questioni ambientali, affrontate con sempre maggiore sensibilità dalle persone e dai media.


Cosa fa Tecno per la tua azienda?


Ti seguiamo nell’adempimento della diagnosi energetica, per individuare e quantificare le opportunità di risparmio sotto il profilo costi-benefici; uno strumento in grado di apportare maggiore efficienza energetica, ridurre i costi relativi ai vettori energetici, migliorare la sostenibilità ambientale.


Supportiamo la tua azienda nell’implementazione della norma ISO 50001 così da conoscere nel dettaglio le opportunità di risparmio, valutando gli interventi volti al miglioramento delle performance energetiche.

Inoltre, con noi puoi conseguire la certificazione EPD – Dichiarazione Ambientale di Prodotto – con la quale differenzi i prodotti/servizi che immetti sul mercato perché comunichi in maniera trasparente il loro impatto ambientale. L’EPD è compresa tra le certificazioni necessarie a dimostrare la sostenibilità dei materiali impiegati nei lavori edilizi. Se la tua impresa è interessata al Superbonus al 110% devi attestare che i materiali impiegati per i lavori di efficientamento energetico sono conformi ai requisiti CAM e ciò è possibile conseguendo la Certificazione Ambientale di Prodotto.


Scegliere di certificarsi significa avere maggiore attenzione verso un approccio green, migliorare la sostenibilità ambientale della tua azienda e la tua immagine nei confronti di clienti e fornitori.


Scopri con noi tutti i servizi offerti e i vantaggi che ne derivano. Contattaci.

Mettiti in contatto con noi

contact

Ho preso visione dell'informativa sulla Privacy e i termini di utilizzo
Presto il consenso al trattamento dei miei dati per finalità di marketing mediante contatto tradizionale (telefono con operatore, posta)
Presto il consenso al trattamento dei miei dati per finalità di marketing mediante contatto di tipo automatizzato (telefono senza operatore, sms, mms, e-mail, fax)
Presto il consenso al trattamento dei miei dati personali alle altre società facenti parti del gruppo Tecno, per il trattamento svolto in proprio da parte di queste ultime per le medesime finalità promozionali

ARTICOLI CORRELATI