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16/12/2021
A luglio del 2021 Alcantara S.p.A. ha depositato un ricorso d’urgenza nei confronti di Miko Srl, in materia di pubblicità ingannevole e greenwashing, con accusa di concorrenza sleale.
Cosa prevede l’ordinanza del Tribunale di Gorizia R.G. 2021/712, emessa il 25 novembre 2021? Soprattutto, perché riveste così tanta importanza?
Analizziamo cosa è successo.
Alcantara S.p.A. ha presentato ricorso nei confronti di Miko Srl per aver diffuso messaggi che integrassero ipotesi di concorrenza sleale, mediante una comunicazione ingannevole.
Si tratta della prima ordinanza cautelare in Italia in tema di greenwashing, inteso come pubblicità non veritiera sulle pratiche sostenibili messe in atto dalle aziende.
Miko ha contestato la competenza del Tribunale di Gorizia in merito al ricorso avanzato da Alcantara; ma è bene chiarire che quando ci si trova nell’ambito della concorrenza sleale (anche detta non interferente) la competenza è del giudice ordinario. Nel caso di concorrenza sleale interferente (comportamenti che interferiscono con un diritto di esclusiva proprietà industriale, come brevetti, marchi o diritti di autore) la competenza è delle sezioni specializzate.
Alcantara S.p.A. è una società italiana che opera nel settore tessile, il cui tessuto omonimo è prodotto e commercializzato a livello mondiale. Negli anni ha sviluppato un fortissimo impegno sul fronte della sostenibilità; dal 2009 è certificata carbon neutral.
Miko Srl è una società italiana concentrata nella produzione di Dinamica®, una microfibra dall’aspetto simile al camoscio, utilizzata anche su alcuni modelli di auto. L’azienda ha reso noto l’obiettivo di diventare carbon neutral entro il 2024.
A seguito del ricorso e dopo un’ampia discussione, il Giudice del Tribunale di Gorizia ha invitato le parti a trovare un accordo, ma le trattative per la conciliazione giudiziale sono fallite.
La richiesta di Alcantara nei confronti di Miko riguarda:
Per poter concedere un provvedimento d’urgenza è necessario che sussistano le condizioni di un tipico provvedimento cautelare: periculum in mora e fumus boni iuris. In merito a quest’ultimo è necessario richiamare la normativa attualmente in vigore, con riferimento alla pubblicità ingannevole e nello specifico al fenomeno del greenwashing.
Nel 2007 è stato varato il D. Lgs. 145/07, il quale ha lasciato immutata la definizione di pubblicità ingannevole ma ha introdotto importanti novità:
Quando si parla di pubblicità ingannevole ci si riferisce ad un messaggio promozionale in grado di alterare positivamente le decisioni d’acquisto dei consumatori; questi, assumono così un comportamento che non avrebbero tenuto o che sarebbe stato diverso.
La pratiche sostenibili e le virtù ecologiche messe in risalto dalle aziende influenzano le scelte d’acquisto dei consumatori, sempre più sensibili al rispetto e alla tutela dell’ambiente.
L’art. 12 “Tutela dell’ambiente naturale” del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale specifica che quando si dichiarano o si evocano benefici di carattere ambientale o ecologico, questi devono basarsi su dati veritieri, pertinenti e scientificamente verificabili.
La comunicazione commerciale deve mettere in condizione di far comprendere chiaramente a cosa si riferiscono i benefici, in merito all'aspetto del prodotto o all’attività pubblicizzata.
La pubblicità ambientale è una comunicazione che implicitamente ed esplicitamente si riferisce a:
Il greenwashing rientra nel campo della concorrenza sleale; l’espansione del fenomeno ha portato alla nascita di molteplici soggetti regolatori e normative di riferimento, il cui obiettivo è garantire il rispetto della veridicità del messaggio e che questo non risulti fuorviante.
Alcantara ha denunciato i messaggi pubblicitari di Miko ritenendoli molto generici ed in grado di costruire agli occhi del consumatore un’immagine green dell’azienda non propriamente reale.
“Scelta naturale, amica dell’ambiente, prima e unica microfibra che garantisce eco sostenibilità durante tutto il ciclo produttivo” sono alcuni dei claim che identificano il greenwashing di Miko.
Per poter diffondere una campagna pubblicitaria green è necessario comprendere quali sono le politiche aziendali che consentono un maggior rispetto dell’ambiente e che riducono realmente l’impatto generato dalla produzione e dalla commercializzazione del prodotto.
In particolare, Alcantara fa riferimento alle seguenti comunicazioni diffuse da Miko:
La Commissione europea definisce così il greenwashing: “Le promesse eccessive, il non disporre di dati scientifici sufficienti per sostenere le affermazioni e l’utilizzare immagini confuse che inducano i consumatori a credere che il prodotto abbia un impatto positivo sull’ambiente, anche quando non ce l’ha."
Il 26 novembre 2021 il Tribunale di Gorizia ha accettato la richiesta avanzata da Alcantara S.p.A. nei confronti di Miko Srl, condannandola alle spese e agli onorari (7.962,00 euro e 259,00 euro, oltre IVA e spese generali); ha rigettato la pubblicazione del provvedimento sulle riviste di settore, indicate da Alcantara, con la sola diffusione sul sito web di Miko per un totale di sessanta giorni consecutivi.
Con un'ordinanza cautelare resa nota il 12 marzo, il Tribunale ha accolto il reclamo di Miko revocando l'ordinanza precedente. Il provvedimento è giunto per mancanza di prove sul fatto che la comunicazione green di Miko avesse determinato la perdita o il concreto rischio di perdita di clienti per Alcantara.
Ciò che comunque emerge dall’ordinanza è molto chiaro: la sostenibilità è un’opportunità per il business, che va tutelata con una comunicazione efficace e veritiera.
La green reputation oggi più che mai identifica l’azienda sul mercato e spinge i consumatori all’acquisto consapevole. Alla base della comunicazione deve esserci la misurazione attraverso metodi standard e riconosciuti, sia che questa avvenga sotto forma di claim pubblicitari, sia mediante strumenti come il bilancio di sostenibilità e la dichiarazione non finanziaria.
Il nostro team è impegnato sul tema della sostenibilità, ponendo una forte attenzione sulla comunicazione, affinché questa rappresenti un’opportunità di valore per il tuo business.
Dalle certificazioni aziendali allo sviluppo della dichiarazione non finanziaria, fino ad un percorso strutturato verso la neutralità carbonica.
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