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Blue Thinking, Blue Economy: il prezioso investimento Ue per azzerare le emissioni CO2

Blue Thinking, Blue Economy: il prezioso investimento Ue per azzerare le emissioni CO2

28/01/2020

Mari e oceani sono un’enorme fonte di energia rinnovabile. Le attività di sviluppo e i programmi di ricerca da parte della Commissione Ue si concentrano sulle tecnologie nel campo dell’energia oceanica per poter sfruttare le potenzialità delle maree, del moto ondoso, le differenze nella temperatura e nel livello di salinità.


Blue economy: quali sono gli obiettivi dell’Unione europea?


Con la Blue economy l’Ue si pone l’obiettivo di azzerare le emissioni CO2: contribuire alla crescita economica attraverso l’innovazione e l’utilizzo di fonti provenienti da energia rinnovabile e creare nuovi posti di lavoro.


Cos’è la Blue economy?


La Blue Economy riguarda tutte le attività economiche correlate agli oceani, ai mari e alle coste, prendendo in considerazione sia settori che ad oggi contribuiscono attivamente all’economia blu, sia settori emergenti e innovativi, cioè quelli che mostrano un elevato potenziale per lo sviluppo futuro.

Lo sviluppo sostenibile è il punto di forza della Blue economy, che intende prendersi cura del patrimonio e delle riserve naturali esauribili, con una crescita economica nel rispetto dell’ambiente e dei suoi limiti.


Quali sono i settori che vi contribuiscono attualmente?


Estrazione e commercializzazione delle risorse della vita marina:


  • pesca, acquacoltura, lavorazione del pesce, commercio al dettaglio e all’ingrosso;
  • estrazione marittima di petrolio e gas;
  • attività portuali, tra cui movimentazione merci, trasporto e deposito;
  • costruzioni navali;
  • trasporto marittimo, come noleggio, leasing, trasporto costiero per i passeggeri;
  • turismo costiero.


Settori emergenti: nuova energia, nuove tecnologie


Numerose organizzazioni all’interno dell’Ue sono impegnate nei settori emergenti, sia come fornitori di tecnologie, sia come gestori di miniere.


  • Energia proveniente dalle onde e dalle maree, produzione eolica off shore;
  • Estrazione mineraria nei fondali marini: l’estrazione può garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico;
  • Biotecnologia: esplorare la biodiversità marina può aiutare a sviluppare nuovi farmaci e enzimi industriali. Si cerca di sfruttare tutte le potenzialità degli organismi marini per l’ambito medico, farmaceutico, alimentare e nella produzione di energia, specie l’energia da biomassa delle alghe. Non solo queste sono determinanti per la fotosintesi dei mari ma sono utilizzabili anche per la produzione di biofuel;
  • Dissalazione: la rimozione del sale dalle acque marine ne consente l’impiego per uso alimentare ed industriale;
  • Protezione ambientale: carbon capture & storage, cioè tecnologie e tecniche che consentono di catturare e ridurre le emissioni CO2;
  • Sorveglianza marittima integrata: controlli alle frontiere, sicurezza, controllo della pesca, dogane, ambiente, difesa. Raccolta, condivisione e integrazione dei dati tra le autorità nazionali e dell’Ue, consentono alle attività di sorveglianza di risultare meno costose e più efficaci.


Una nuova economia sostenibile tra innovazione e paure


Il Commissario europeo per la pesca e gli affari marittimi – Karmenu Vella – sostiene che l’economia blu abbia un futuro promettente, grazie agli investimenti nell’innovazione e una gestione responsabile di aspetti ambientali, economici e sociali.


Nel 2017 l’Onu ha organizzato la prima Conferenza mondiale sugli oceani al termine della quale è stata sottoscritta la Dichiarazione “Our Ocean, Our Future: Call for Action” con cui 139 Paesi si sono impegnati ad adottare strategie a lungo termine per ridurre l’inquinamento marino, favorendo lo sviluppo di una nuova economia sostenibile, basata sugli oceani.


Un modello di business, inserito nell’economia circolare, che combatte contro l’inquinamento marino, la contaminazione delle acque da materie chimiche, la pesca illegale, i cambiamenti climatici, le aggressioni alle coste, gli ecosistemi marini e la presenza di rifiuti in mari ed oceani.


Gunter Pauli: Blue economy come sviluppo della Green economy


La Blue Economy viene definita dall’economista belga Gunter Pauli, come lo sviluppo della Green Economy, in quanto quest’ultima prevede la riduzione della CO2, mentre l’economia blu punta all’azzeramento della CO2.


Non solo innovazione tecnologica ma un vero modello di business ispirato al blue thinking: innovazione della trasformazione, attraverso la responsabilità ambientale e la valorizzazione delle risorse, evitando di produrre più di quanto sia necessario, così da non generare spreco di risorse e rifiuti non riciclabili o riutilizzabili; trovare nuove tecniche di produzione e migliorare quelle già esistenti.


Il potenziale dell’energia marina rinnovabile: il contributo dell’Ue


Gli oceani contribuiscono alla prosperità del nostro pianeta: producono investimenti, posti di lavoro, crescita economica, stimolano la competitività grazie all’innovazione tecnologica. L’utilizzo di energia marina rinnovabile, comprendente  sia l’energia eolica offshore, sia l’energia oceanica, rappresenta una risorsa preziosa e può contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione dell’Europa posti per il 2050.


Gli Stati membri incoraggiano gli investimenti nelle tecnologie connesse alle energie rinnovabili, con sovvenzioni, aiuti alla ricerca. Nell’ambito dell’Alleanza europea per la ricerca nel settore dell’energia – EERA – è stato istituito un programma comune per l’energia oceanica, allo scopo di raggiungere la carbon neutrality entro il 2050.


Raggiungi la carbon neutrality: contribuisci alla riduzione delle emissioni CO2


Ogni attività quotidiana rilascia in atmosfera emissioni CO2 ed essere consapevoli di quanto sia necessario ridurle è il primo passo per poter affrontare un cambiamento nelle nostre attività che abitualmente svolgiamo – di produzione e consumo – e nell’utilizzo di determinati materiali così da introdurre sul mercato prodotti sostenibili.


La nostra azienda ti aiuta a percorrere la strada dello sviluppo sostenibile con servizi studiati appositamente per il tuo business.


Carbon footprint e ISO 50001: scegli percorsi sostenibili per la tua azienda


Grazie all’elaborazione della carbon footprint misuri la quantità di CO2 rilasciata in atmosfera. Una volta identificata ed analizzata possiamo attuare interventi in grado di ridurre drasticamente la CO2. Meno costi, meno sprechi, più competitività, più qualità. Ottieni la certificazione CFP grazie alla quale dimostri in modo chiaro il tuo contributo alla tutela dell’ambiente e delle risorse naturali.


ISO 50001 è un Sistema di Gestione dell’Energia grazie al quale la tua azienda ottiene un’importante riduzione del consumo di energia, di conseguenza si riducono anche le emissioni CO2, responsabili del cambiamento climatico e dell’inquinamento.


Risparmio energetico, inoltre, vuol dire maggiore competitività per la tua azienda e maggiore responsabilità ambientale grazie al miglioramento dell’efficienza energetica.


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