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Economia circolare europea: un nuovo piano per ridurre sprechi ed emissioni

Economia circolare europea: un nuovo piano per ridurre sprechi ed emissioni

09/09/2020

La Commissione UE adotta nuove misure per limitare l’impatto ambientale ed economico del consumo europeo e rendere l’Europa a emissioni zero entro il 2050.


Razionalizzare risorse e materie per ridurre gli sprechi e i rifiuti. Puntare ancora una volta sulla digitalizzazione per arrivare alla progressiva decarbonizzazione dell’Unione. Spingere le imprese produttrici ad incrementare la circolarità nei processi produttivi. Sono solo alcune delle misure che la Commissione europea intende attivare presto perché incluse nel nuovo piano d’azione per l’economia circolare.


L’action plan UE per l’economia circolare: è ora di evitare sprechi di materie e risorse


A partire dall’11 marzo 2020 la Commissione UE adotta un nuovo piano d’azione per l’economia circolare (COM/2020/98 final), uno degli elementi principali del Green Deal europeo. L’Europa parte dai risultati raggiunti finora mediante le azioni attivate a partire dal 2015 per definire un quadro strategico lineare con gli obiettivi fissati.


Lo scopo del piano di decarbonizzazione circolare è quello di limitare l’impatto ambientale ed economico del consumo europeo per rendere l’Unione a emissioni da carbonio quasi zero entro il 2050. Si vuole agire promuovendo la produzione di beni riciclabili e riutilizzabili al fine di ridurre gli sprechi di risorse e i rifiuti.


” . . . solo il 12% delle materie secondarie e delle risorse vengono reintrodotti nell’economia.
Molti prodotti si rompono troppo facilmente, non possono essere riutilizzati, riparati o riciclati, o sono monouso. Esiste un enorme potenziale da sfruttare sia per le imprese che per i consumatori e con il piano odierno abbiamo avviato una serie di interventi volti a trasformare il modo in cui i prodotti sono fabbricati e consentire ai consumatori di effettuare scelte sostenibili a proprio vantaggio e a beneficio dell’ambiente”.


È quanto afferma Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo; parole che rendono ben chiare le intenzioni della Commissione UE.


Per far sì che niente più in Europa venga sprecato, la strategia europea prevede di:


  1. Sensibilizzare i consumatori circa la durabilità dei prodotti e il loro riuso: bisogna rendere il consumatore consapevole, fornirgli ogni dettaglio sulla sostenibilità e sulla circolarità del prodotto, la durata di vita e le possibilità di riparazione;
  2. Spingere l’immissione sul mercato di prodotti sostenibili e resistenti, durevoli nel tempo, ma anche facili da riparare e quindi riutilizzare. A questo proposito il piano prevede di integrare il “Right to Repair – Diritto alla riparazione” nelle politiche dell’Unione in materia di prodotti e consumatori entro il 2021;
  3. Attenzionare i settori che consumano più risorse per favorire l’incremento della circolarità nei processi produttivi. L’Unione agirà con azioni concrete rivolte ai settori: elettronica e ICT, batterie e veicoli, imballaggi, plastica, tessile, alimentare, costruzione ed edilizia;
  4. Ridurre i rifiuti – mediante la trasformazione delle materie prime in risorse secondarie – e limitare le esportazioni di rifiuti dall’UE per contrastare le spedizioni illegali. Per conseguire questi due ultimi obiettivi l’UE sta lavorando alla realizzazione di un modello armonizzato per la raccolta differenziata dei rifiuti e l’etichettatura.


RAEE e ICT: elementi che meritano una maggiore attenzione da parte dell’UE


I rifiuti elettronici preoccupano la Commissione europea: è troppo alto il dato circa la quantità di RAEE prodotti ogni anno – più di 12 milioni di tonnellate – rispetto alla relativa percentuale di rifiuti riciclati (solo il 30%). Quest’ultimo dato va assolutamente migliorato perché i rifiuti elettronici contengono talvolta metalli preziosi che possono essere riutilizzati, come: ferro, acciaio, oro, alluminio, rame, piombo, mercurio e dunque vanno trattati correttamente, destinati al recupero differenziato per evitare sprechi di risorse.


Al settore ICT, invece, la Commissione UE chiede di più. Dal settore delle informazioni e della comunicazione l’ente pretende: una maggiore efficienza dal punto di vista energetico, l’impiego maggiore di fonti di energia rinnovabile e il raggiungimento della carbon neutral entro il 2030.
Il settore ICT dovrà usare tra il 5 ed il 9% del consumo totale dell’elettricità mondiale e dovrà essere responsabile di oltre il 2% di tutte le emissioni.


Farm to Fork: ridurre gli sprechi della catena alimentare e ottimizzare l’impiego degli imballaggi da tavola


Il 20% dei prodotti della catena alimentare vanno persi o sprecati. Questo è solo uno dei dati che spinge la Commissione UE a includere nel nuovo piano d’azione per l’economia circolare una strategia “Farm to Fork”.


In passato questa espressione era usata per spingere sull’importanza di consumare prodotti di qualità, sicuri e realizzati nel rispetto della salute degli animali e delle piante. Oggi “dal produttore al consumatore” è una strategia, uno degli elementi centrali dell’agenda della Commissione UE; definita per ridurre gli sprechi alimentari e incentivare approcci e pratiche sostenibili e circolari nei settori interessati.


Prodotti sostenibili e riciclabili: l’UE promuove la trasparenza e la decarbonizzazione digitale


Con le misure incluse nel nuovo piano di economia circolare, l’UE spinge – ancora una volta – sulla trasparenza e sulla sostenibilità. Le imprese produttrici sono chiamate a innovare il proprio processo produttivo mediante la digitalizzazione per ridurre le emissioni nocive e il consumo di energia e di risorse.


Se acquisiti e studiati correttamente, infatti, i dati si trasformano in informazioni preziose, capaci di contribuire al miglioramento delle attività lavorative e i relativi impatti economici ed ambientali; ed è solo mediante l’uso di strumenti tecnologici e digitali che il dato può così divenire una fonte inesauribile di informazioni.


Inoltre, è compito delle stesse aziende produttrici informare il consumatore circa le performance ambientali dei prodotti offerti tramite le certificazioni ambientali per favorire acquisti consapevoli.

La decarbonizzazione digitale può aiutare l’UE a migliorare le strategie di mitigazione e a gestire meglio crisi ed eventi climatici che – secondo l’Agenzia europea per l’ambiente – dal 1980 al 2017 hanno provocato perdite economiche pari a 453 miliardi di euro.


Tecno: la tua guida per conseguire gli obiettivi europei


Sosteniamo la trasformazione digitale e sostenibile dell’economia europea supportando le aziende che intendono misurare i consumi energetici e le emissioni aziendali. Aiutiamo chi vuole conseguire le certificazioni ambientali utili a dimostrare la circolarità e la sostenibilità della propria organizzazione e/o dei prodotti offerti con la carbon footprint e l’EPD.


Proponiamo soluzioni concrete per migliorare il rendimento e le prestazioni di impianti produttivi partendo dall’analisi delle condizioni esistenti fino all’implementazione di un SGE e/o strumenti per digitalizzare il monitoraggio della produzione industriale.


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