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Zone economiche ambientali: stanziati 40 milioni di contributi straordinari

Zone economiche ambientali: stanziati 40 milioni di contributi straordinari

09/02/2021

Questo contenuto è stato aggiornato in data 22/03/2021


Il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, stanzia un fondo di 40 milioni di euro di contributi straordinari per le Zone Economiche Ambientali che hanno avuto una riduzione del fatturato. L’importo del contributo è proporzionale alla differenza tra il fatturato registrato nel periodo tra gennaio e giugno 2019 e quello registrato nello stesso periodo del 2020. Quindi, il dato del 2020 deve risultare inferiore al dato del 2019.

Le istanze vanno trasmesse in modalità telematica tramite il portale contributozea.it a partire dal giorno 15 febbraio. Il termine di scadenza per la presentazione delle domande di contributo è stato prorogato al 14 aprile 2021.


Cosa sono le Zone Economiche Ambientali?


Le Zone Economiche Ambientali sono aree che coincidono con i territori dei parchi nazionali, istituite dal Decreto Clima a fine 2019. Il Decreto Clima è un provvedimento che introduce una serie di misure volte al contrasto ai cambiamenti climatici, al miglioramento dell’aria e alla promozione dell’economia verde.


I parchi nazionali sono aree protette, che vengono preservate e tutelate attraverso norme specifiche dallo sviluppo antropico e dall’inquinamento garantendone l’integrità, la biodiversità, la conservazione nel lungo periodo. I parchi nazionali sono in grado di promuovere l’economia circolare, l’uso di energie rinnovabili, favorire la coesione sociale e la cura del territorio salvaguardando un prezioso patrimonio di civiltà che in molti casi risulta in declino o in estinzione.


Sviluppo sostenibile ed economia verde


L’economia verde si riferisce alla produzione e all’impatto che questa ha sull’ambiente. Prevede investimenti pubblici e privati che siano in grado di favorire maggiore efficienza energetica, riduzione delle emissioni CO2 e salvaguardia dell’ecosistema.


Lo sviluppo sostenibile va promosso, dai parchi nazionali, attraverso le tre dimensioni della sostenibilità:


  1. ambientale, con l’obiettivo di ridurre o almeno non aumentare la pressione delle attività dell’uomo sull’ambiente naturale;
  2. sociale, con un’attenzione particolare allo sviluppo e alla tutela dei valori culturali delle comunità locali;
  3. economica, puntando al miglioramento delle condizioni di benessere materiali delle comunità locali.


Raggiungere questi obiettivi è ovviamente possibile grazie all’impegno degli enti di gestione del territorio, così che si possa favorire l’utilizzo delle risorse naturali e culturali, migliorare i modelli di consumo dei residenti, stimolare la partecipazione ad iniziative di conservazione delle risorse naturali.


Chi può beneficiare del contributo?


Possono beneficiare del contributo micro e piccole imprese, attività di guida escursionistica ambientale, guide del parco. È necessario che tali imprese dichiarino di essere micro o piccole imprese come definito dal Regolamento UE 651/2014, non essere impresa in difficoltà o in stato di scioglimento, liquidazione volontaria o avere in atto procedure concorsuali, come fallimento, liquidazione coatta, concordato preventivo, amministrazione controllata o straordinaria.

Il contributo è cumulabile con le altre misure emanate per contrastare la crisi economica da Covid-19.


Come vi si accede?


Per poter accedere al contributo straordinario i soggetti beneficiari dovranno risultare attivi alla data del 31 dicembre 2019 e possedere i seguenti requisiti al momento della presentazione della domanda:


  • avere sede operativa all’interno di una ZEA o operare all’interno di un’area marina protetta;
  • essere iscritti all’assicurazione generale obbligatoria o a sue forme esclusive e sostitutive, o alla gestione separata di cui all’articolo 2 comma 26 della legge 8 agosto 1995 n.335;
  • avere avuto una riduzione del fatturato, determinabile dalla differenza tra il fatturato registrato nel periodo tra gennaio e giugno 2019 e quello registrato nello stesso periodo del 2020.


Requisiti ambientali: occhio alle certificazioni


Le micro e piccole imprese devono svolgere attività economica eco-compatibile, quindi devono essere in possesso di una delle seguenti certificazioni:


  • sistema di ecogestione e audit Emas
  • marchio di qualità ecologica Ue Ecolabel
  • sistemi di gestione ambientale ISO 14001
  • sistemi di gestione dell’energia ISO 50001
  • regimi di qualità per prodotti biologici, come da regolamento CE 834/2007
  • catena di custodia FSC – Forest Stewardship Council –  e PEFC – Programme for the Endorsement of Forest Certification schemes
  • Carta Europea turismo sostenibile Fase II.


Il valore delle certificazioni ambientali per la tua impresa


Un sistema di gestione è efficace in quanto aggiunge valore al business. Consente di individuare le aree critiche all’interno dell’azienda, avere un accesso privilegiato al mercato, essere conformi a specifici requisiti di legge, stare al passo con la globalizzazione che richiede processi sempre più sofisticati, trasparenti.

Inoltre le certificazioni, come la ISO 50001, permettono di poter accedere a più agevolazioni e contributi, quindi è necessario stare al passo con i tempi per beneficiare degli incentivi e delle iniziative promosse dallo Stato.


Sostenibilità ambientale, digitalizzazione e responsabilità sociale rappresentano le garanzie del futuro, e questo vale per le aziende di qualsiasi settore. Ecco perché diviene fondamentale costruire o potenziare l’anima green aziendale.


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