Piano nazionale transizione 4.0: i crediti d’imposta del prossimo biennio
Nuovo anno, nuova Legge di Bilancio, nuovo piano nazionale a supporto delle imprese italiane. La digitalizzazione e la trasformazione digitale delle imprese restano tra le priorità dello Stato. Ecco i dettagli delle agevolazioni promosse per il biennio 2021-2022.
Nuovo Piano Transizione 4.0: caratteristiche e finalità
Con la Legge di Bilancio 2021 lo Stato approva il restyling del Piano Nazionale Transizione 4.0. Il piano sostituisce il precedente Industria 4.0 e prevede la proroga dei crediti d’imposta introdotti e riconosciuti nell’anno 2020 fino al 31 dicembre 2022.
Cosa cambia? Variano le aliquote – che in alcuni casi subiscono un ulteriore differenziazione in base al periodo in cui viene effettuato l’investimento – e cambiano i massimali di spesa.
Non cambiano, invece, le intenzioni dello Stato, ancora più motivato a favorire la ripresa, nonché la stabilità economica delle imprese italiane e incoraggiato dalle adesioni registrate nell’anno 2020 ad accompagnare il processo di transizione tecnologica e green delle produzioni made in Italy.
I crediti d’imposta per i beni strumentali saranno riconosciuti a fronte degli investimenti sostenuti nel periodo compreso tra il 16 novembre 2020 e il 31 dicembre 2022. L’eventuale proroga di ulteriori sei mesi (fino a giugno 2023) sarà concessa a chi entro la fine dell’anno 2022 avrà corrisposto al venditore un acconto pari ad almeno il 20% del costo del bene.
Vediamo nel dettaglio quali sono le agevolazioni che lo Stato mette a disposizione delle imprese.
Credito d’imposta per beni strumentali non 4.0
Fanno parte di questa categoria le agevolazioni concesse a favore dell’acquisto di beni materiali e immateriali non 4.0, ossia non direttamente funzionali alla transizione digitale dell’azienda secondo il modello Industria 4.0 (beni non inclusi negli allegati A e B della Legge n. 232/2016).
Chi acquista beni strumentali di questo tipo nel periodo compreso tra il 16 novembre 2020 e il 31 dicembre 2021 (possibilità di proroga giugno 2022) può beneficiare di un credito d’imposta pari al 10% del costo sostenuto. Ciò vale sia per i beni materiali non 4.0 per investimenti fino a 2 milioni di euro, sia per i beni immateriali non 4.0 per investimenti fino a 1 milione di euro.
Invece, se l’investimento per l’acquisto di tali beni avviene nell’anno 2022 (possibilità di proroga giugno 2023) il credito d’imposta riconosciuto è pari al 6% del costo sostenuto, nel rispetto degli stessi massimali di spesa di cui sopra.
Rientra in questa categoria anche il credito d’imposta corrisposto a chi sostiene spese per implementare forme di lavoro agile (smart working) tramite l’acquisto di strumenti e dispositivi tecnologici. In questo caso le imprese possono beneficiare di un credito pari al 15% della spesa sostenuta.
Credito d’imposta beni strumentali 4.0
Il credito d’imposta riconosciuto a fronte dell’acquisto di beni strumentali 4.0 varia – rispetto a quanto previsto nel 2020 – sia in tema di aliquote che di soglie di spesa.
In effetti, chi sceglie di acquistare beni materiali 4.0 nell’anno 2021 beneficerà di un credito corrisposto nelle seguenti misure:
- Aliquota 50% del costo per investimenti fino a 2,5 milioni di euro
- Aliquota 30% del costo per investimenti da 2,5 milioni di euro fino a 10 milioni di euro
- Aliquota 10% del costo per investimenti da 10 milioni a 20 milioni di euro
Se l’investimento interessa, invece, l’anno 2022 le aliquote subiscono un ribasso:
- Aliquota 40% del costo per investimenti fino a 2,5 milioni di euro
- Aliquota 20% del costo per investimenti da 2,5 milioni di euro fino a 10 milioni di euro
- Aliquota 10% del costo per investimenti da 10 milioni a 20 milioni di euro
Ricordiamo che i beni strumentali materiali 4.0 sono quelli inclusi nell’allegato A della legge n. 232/2016.
Le imprese che scelgono di implementare beni strumentali immateriali 4.0 (allegato B legge 232/2016) potranno, invece, approfittare del credito d’imposta pari al 20% del costo sostenuto per investimenti fino a 1 milione di euro.
Come usare il credito d’imposta 2021-2022 per beni strumentali
La modalità di utilizzo del credito d’imposta resta la stessa definita per l’anno 2020, quindi in compensazione. Viene introdotta però la possibilità di fruire del credito in 3 quote annuali di pari importo (e non più 5) per chi acquista beni strumentali nuovi 4.0 e riconosciuta la possibilità di fruirne in un solo anno per chi acquista beni strumentali materiali e/o immateriali non 4.0.
Le agevolazioni 4.0 dedicate alla ricerca e alla formazione
A chi investe in progetti di ricerca e sviluppo (R&S) è riconosciuto un credito d’imposta pari al 20% del costo sostenuto, fino ad un massimo di spesa di 4 milioni di euro.
Tra le più importanti novità del nuovo piano transizione 4.0 c’è senz’altro quella riguardante il credito d’imposta formazione 4.0. Le imprese che sostengono costi per la formazione dei dipendenti e degli imprenditori – avvalendosi della collaborazione di un tutor/docente esterno – possono recuperare l’intera somma investita per la retribuzione del formatore, le spese di viaggio ed eventuali strumenti utili all’attività formativa.
Le misure del piano transizione 4.0 per l’Innovazione digitale e green
Lo sforzo economico delle imprese che credono nell’innovazione digitale viene supportato con crediti d’imposta diversi.
Molto importante è quello previsto a fronte degli investimenti finalizzati alla realizzazione di prodotti o processi produttivi nuovi al fine di conseguire gli obiettivi di transizione ecologica (green) e digitale dell’azienda.
Il compenso riconosciuto in questo caso è pari al 15% del costo per un investimento massimo di 2 milioni di euro.
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