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Decreto Clima 2019: tra climate change e piano di mobilità sostenibile

Decreto Clima 2019: tra climate change e piano di mobilità sostenibile

23/12/2019

L’analisi dei 18 articoli inseriti nel Decreto Clima 2019.


Il Decreto Clima è stato approvato! Vediamo insieme quali sono i fondi e i programmi messi a disposizione dei comuni, dei cittadini e delle aziende a beneficio dell’ambiente per il prossimo triennio.


Decreto Clima: approvato il primo tassello del green new deal italiano


Il primo tassello del green new deal italiano è stato approvato. Si tratta del cosiddetto Decreto Clima, ossia il D. L. 111/2019 entrato in vigore il 15 ottobre 2019. Una norma che, nella proposta iniziale, comprendeva 9 articoli, ampliati e portati a 18 in seguito all’analisi del Senato.

Nel rispetto della Direttiva 2008/50/CE per la qualità dell’aria, il Decreto Clima prevede la messa a disposizione di ben 450 milioni di euro da suddividere per tre anni a partire dal 2020. Con il decreto in questione, lo Stato vuole raggiungere precisi obiettivi:


  • Limitare i comportamenti ad alto impatto ambientale
  • Migliorare la qualità della vita
  • Incentivare proposte green e sostenibili


Gli intenti del Decreto Clima abbracciano gli scopi 2030 fissati dal PNIEC – Piano Nazionale Integrato Energia e Clima – in materia di efficienza energetica, fonti rinnovabili e riduzione delle emissioni di gas serra.

Vediamo nel dettaglio quali sono i fondi promossi.


Decreto Clima e Piano Mobilità


Il piano mobilità messo a punto con il Decreto Clima punta al raggiungimento di tutti gli obiettivi fissati dallo Stato con misure studiate ad hoc.


Prima tra tutte l’imposizione alle amministrazioni delle città metropolitane di attuare e implementare un piano di mobilità sostenibile entro il 31 dicembre 2021.

La mancata adozione di questa misura comporterà l’automatica esclusione delle stesse dalle risorse stanziate dallo Stato in favore di strategie e progetti di mobilità sostenibile.

Il fondo finanziario messo a disposizione per tale intento è pari a 20 milioni per il 2020 e ulteriori 20 per il 2021.


Parte di questo fondo è indirizzato alla realizzazione, al miglioramento e al prolungamento di corsie preferenziali per il trasporto pubblico locale. Saranno ammessi, a tal proposito, i progetti presentati dai comuni con un numero pari o maggiore a 100 mila abitanti interessati dalla procedura di infrazione UE per lo smog.


Altra importante somma è stata stanziata in favore del trasporto scolastico. I comuni con più di 50.000 abitanti potranno accedere al fondo di 20 mila euro messo a disposizione per progetti di sperimentazione che prevedono l’acquisto di mezzi ibridi ed elettrici adibiti al trasporto dei bambini da e verso gli istituti scolastici. I veicoli consentiti dovranno essere di categoria non inferiore alla euro 6 e immatricolati dopo il 31 agosto 2019.


Viene riconosciuto ai cittadini, invece, e non ai comuni, il fondo previsto dal “Programma sperimentale buono mobilità”. Si tratta di 255 milioni resi per la eco-rottamazione di veicoli inquinanti divisi in: 5 milioni per il 2019 e 125 milioni sia per il 2020 sia per il 2021. Contrariamente a quanto esposto nella bozza iniziale del Decreto Clima, le misure per l’eco-rottamazione riguardano sia i mezzi euro 3 che euro 4.


A tutto questo si aggiunge il buono mobilità destinato a cittadini residenti nelle aree territoriali interessati dalla procedura di infrazione UE per lo smog.


Il contrasto del Climate change


L’Italia gioca un ruolo fondamentale nella partita contro il climate change, ecco perché lo Stato sceglie di fare dei passi in avanti con altre salienti misure del Decreto Clima.


Sarà fondamentale in questo ambito il ruolo del Cipe – Commissione Interministeriale per il contrasto dei cambiamenti climatici – che, presieduta dal premier Conte potrà sostenere la propria attività con una piattaforma creata ad hoc che prevede la partecipazione di enti come: Istat, Ispra, Cnr ed Enea.


I compiti del Cipe saranno:

  • Armonizzare la programmazione economica aziendale nazionale con le misure proposte dal programma strategico
  • Contrastare i cambiamenti climatici
  • Adottare misure di promozione ambientale


Il Governo avrà il compito, poi, di promulgare una legge clima ogni due anni per il miglioramento della qualità dell’aria.


Tra i fondi messi a disposizione per il contrasto al climate change, rientrano anche le somme fornite ai comuni per finanziare programmi di riforestazione delle città urbane e attività di bonifica delle acque territoriali.

I 27 milioni previsti, invece, dal “Programma sperimentale mangia plastica” serviranno a finanziare l’installazione di eco-compattatori per la riduzione dei rifiuti plastici.


Come abbiamo evidenziato sopra, tra gli obiettivi del Decreto Clima c’è quello di limitare i comportamenti ad alto impatto ambientale. Ecco perché tra i 18 articoli della norma in analisi risultano particolarmente importanti le misure proposte per la diffusione di una nuova cultura ambientale. Parliamo del fondo ‘caschi verdi per l’ambiente’ pari a 2 milioni di euro per anno, dal 2020 al 2022, destinati a finanziare iniziative di collaborazione internazionale volte alla tutela, alla salvaguardia e alla conoscenza delle aree territoriali ritenute protette o di particolare pregio naturalistico.


Viene poi riconosciuta una somma massima pari a 5.000 € ai commercianti che sceglieranno di adibire, nei propri negozi, delle aree alla vendita di prodotti alimentari o detergenti alla spina o sfusi; i cosiddetti ‘green corner’.


Infine ulteriori 2 milioni di euro saranno indirizzati al fondo #iosonoambiente per la promozione di campagne di sensibilizzazione ambientale nelle scuole. Saranno ammesse al finanziamento: le attività di volontariato degli studenti, i percorsi di conoscenza ambientale e ulteriori progetti e/o iniziative previste nel triennio 2020-2022.


Riduzione gas serra e SAD: cosa prevede il Decreto Clima a riguardo?


Quella contro i SAD – sussidi ambientalmente dannosi – è una lotta che va avanti da diversi anni. Numerose ricerche sostengono coloro che ne richiedono l’eliminazione per il bene dell’ambiente e con il Decreto Clima lo Stato italiano sceglie di fare la propria parte in virtù della loro riduzione annuale fissata al 10%.


La limitazione graduale dei SAD consentirebbe allo Stato di riscuotere circa 19 milioni di euro da poter reinvestire in programmi a sostegno della transizione ecologica delle imprese.


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