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Energy Performance of Buildings Directive ed efficienza energetica: gli obiettivi da raggiungere entro il 2050

Energy Performance of Buildings Directive ed efficienza energetica: gli obiettivi da raggiungere entro il 2050

23/07/2019

L’Unione Europea ha assunto un grande impegno nello sviluppo energetico, sostenibile, competitivo, sicuro e decarbonizzato, da raggiungere entro il 2050.


Con l’Energy Performance of Buildings Directive – EPBD 2018/844, o anche Direttiva sulla Prestazione energetica dell’edilizia – vi è l’introduzione di un nuovo indicatore di intelligenza: uno strumento che misura la capacità degli edifici di migliorare operatività ed interazione con la rete, adattando quindi il consumo energetico alle reali esigenze degli abitanti.


La Direttiva è stata sviluppata per realizzare la possibilità di ottenere risparmi negli edifici – visto il loro elevato consumo energetico – ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40% entro il 2030 – rispetto agli anni 90 – per aumentare la quantità di consumo di energia da fonti rinnovabili e raggiungere il risparmio energetico.


Le raccomandazioni di Bruxelles: quali i punti fondamentali?


La commissione Europea, in riferimento ai 28 paesi europei, pubblica dati relativi ai conti pubblici, alle riforme e ai programmi nazionali attuati.


Il documento che viene stilato indica tutti i provvedimenti da prendere per ciascun Paese nei successivi 12-18 mesi.


Nell’incontro tra i leader della Commissione Europea sono state presentate raccomandazioni politiche sul modo in cui l’Europa potrà plasmare il futuro, basandole su 5 punti fondamentali:


  • Protezione: il ruolo della pace come potere;
  • Competitività: investire nelle tecnologie e sostenere le risorse esistenti: mercato unico, industria, moneta comune;
  • Equità: difendere principi di uguaglianza, stato di diritto e giustizia sociale;
  • Sostenibilità: puntare a sviluppo sostenibile e lotta ai cambiamenti climatici;
  • Influenza: proteggere e aggiornare il sistema basato sulle regole.


Nearly Zero Energy Building: fonti rinnovabili per raggiungere l’efficienza energetica negli edifici


Gli edifici rappresentano circa il 40% del consumo finale di energia. Questo è il motivo per cui il settore edilizio assume un ruolo importante per il conseguimento degli obiettivi energetici e climatici dell’Unione Europea.


La raccomandazione dell’UE – pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea – si riferisce a strategie di ristrutturazione a lungo termine – SRLT -, al quadro per il calcolo della prestazione energetica degli edifici e degli incentivi finanziari destinati a migliorare l’efficienza energetica, in occasione della ristrutturazione.  


Le SRLT sono necessarie al fine di garantire alta efficienza energetica e decarbonizzazione, facilitando la trasformazione, in termini di costi, di tutti gli edifici esistenti in edifici ad energia quasi zero, i cosiddetti NZEB – Nearly Zero Energy Building. Si tratta di edifici in grado di ridurre il più possibile i consumi per il loro funzionamento e l’impatto nocivo sull’ambiente.


Si punta, dunque, ad altissima prestazione energetica, in cui gran parte dell’energia deve provenire da fonti rinnovabili non fossili – come definite dal D. Lgs. 28/2011 – quindi eolica, solare, aerotermica, geotermica, idrotermica, oceanica, idraulica, biomassa, gas di discarica e derivante da processi di depurazione e biogas.


Gli NZEB e il futuro: l’alta efficienza energetica in Italia


Osservatorio Nazionale degli edifici ad energia quasi zero”. Questo il nome dell’iniziativa di Enea, nata allo scopo di monitorare la costruzione degli edifici ad alta prestazione energetica, obbligatori per legge dal 2021 – data anticipata al 2019 per gli edifici pubblici -.


Un edificio si definisce NZEB se il fabbisogno energetico è molto basso o quasi nullo.


La necessità di costruire edifici energeticamente efficienti si è affermata a seguito della crisi energetica degli anni ‘70, quando poi si è diffuso il concetto di sviluppo sostenibile e si è diventati sensibili al tema del risparmio energetico.


Direttiva 2012/27/UE: come conseguire il risparmio energetico?


La Direttiva 2012/27/UE stabilisce un quadro di misure da rispettare per il raggiungimento dell’efficienza energetica: tutti i Paesi sono tenuti ad utilizzare l’energia in modo efficiente nell’intera catena, dalla produzione al consumo finale.


Il tema dell’efficienza energetica in Italia è stato introdotto dal D. Lgs. 192/2005 fino a giungere all’attuale 90/2013 il quale integra alcuni aspetti dell’ EPBD che allora mancavano. Una legge, quindi, che tratta di efficienza energetica e integrazione di fonti rinnovabili per la produzione di energia.


I risparmi energetici conseguiti, o in fase di raggiungimento, sono determinati dai seguenti fattori:


  • prestazione energetica dell’apparecchiatura utilizzata per la ristrutturazione;
  • valori standard per il calcolo dei risparmi energetici negli edifici;
  • miglioramento ottenuto con la ristrutturazione, confrontando i certificati, rispettivamente rilasciati prima e dopo;
  • risultati ottenuti mediante altri strumenti ma che indichino in maniera chiara i miglioramenti apportati;
  • risultati della diagnosi energetica.


Progetto Enea: linee guida per la diagnosi energetica industriale


L’Enea ha messo a punto delle linee guida per la diagnosi energetica degli edifici. Tali linee guida sono state realizzate per facilitare la conduzione delle diagnosi energetiche, in quanto si descrive dettagliatamente la procedura da seguire, con particolare attenzione alla fase di analisi: calcolo degli indicatori di prestazione energetica, individuazione degli interventi di miglioramento da attuare, analisi costi-benefici e racchiude i concetti di clusterizzazione e monitoraggio energetico.


La diagnosi energetica permette di individuare e classificare, in ordine di priorità, gli interventi necessari per il miglioramento della prestazione energetica, con attenzione al connubio costi-benefici.


Ogni 4 anni le Grandi Imprese, quelle a forte consumo di energia e le nuove imprese energivore hanno l’obbligo di diagnosi energetica, i cui risultati vanno poi consegnati all’Enea dai soggetti incaricati, quindi Esco, Ege e Auditor Energetici.


La multa per mancata diagnosi va dai 4.000 ai 40.000 euro; la sanzione comunque non annulla l’obbligo di diagnosi, la quale poi va comunque effettuata.


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