Il credito d’imposta Industria 4.0 è un’agevolazione statale introdotta nel 2020 rivelatasi particolarmente sorprendente, data l’adesione delle tante imprese. In effetti, prima mediante il Piano nazionale Industria 4.0 e in seguito attraverso il Piano nazionale Transizione 4.0, il Governo ha voluto dare una spinta alla transizione digitale delle imprese italiane, sostenendo nel tempo una misura che ha facilitato l’implementazione di strumenti o beni tecnologicamente avanzati, ma anche macchinari, software e beni immateriali diversi.
L’adozione dei cosiddetti beni strumentali materiali, immateriali, 4.0 o non tecnologicamente avanzati, permette di centrare esattamente le finalità perseguite dai piani nazionali approvati negli anni: digitalizzazione delle imprese, rafforzamento del Made in Italy, maggiore produttività e sostenibilità per le aziende italiane.
Credito d’imposta beni strumentali nuovi materiali e immateriali
Ai crediti d’imposta per beni strumentali nuovi materiali e immateriali possono accedere tutte le imprese residenti in Italia, incluse le stabili organizzazioni di aziende estere, indipendentemente dalla dimensione, dal settore di appartenenza o dalla forma giuridica.
Tali sono utilizzabili esclusivamente in compensazione in tre quote annuali dello stesso importo.
Per i beni strumentali materiali 4.0 (inclusi nell’allegato A della Legge n. 232/2016) il credito d’imposta è corrisposto secondo le seguenti aliquote:
- Aliquota del 20% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
- Aliquota del 10% per investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
- Aliquota del 5% per investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro.
In tutti i casi la Legge riconosce il credito d’imposta per beni strumentali materiali anche alle imprese che non completano l’investimento nell’arco dell’anno d’interesse, a condizione che entro il termine dello stesso anno l’ordine risulti accettato dal venditore, che l’acquirente abbia versato un acconto pari ad almeno il 20% del costo complessivo e che l’investimento si concluda entro il 30 giugno dell’anno successivo.
In merito a tale possibilità, la Legge di Bilancio 2023 ha previsto una proroga. In effetti, le imprese che hanno compiuto l’investimento nell’anno 2022 possono accedere all’agevolazione beneficiando delle più vantaggiose aliquote pari rispettivamente al 40, 20 e 10% e concludere l’investimento entro il 30 settembre 2023 (anziché il 30 giugno), purché sia l’ordine che l’acconto pari ad almeno il 20% risultino - rispettivamente accettato dal venditore e versato dall’acquirente - alla data del 30 dicembre 2022.
Per i beni strumentali immateriali 4.0 (inclusi nell’allegato B della Legge n. 232/2016) il credito d’imposta è corrisposto, invece, secondo le seguenti aliquote:
- Aliquota del 20% per investimenti fino a 1 milione di euro per l’anno 2023;
- Aliquota del 15% per investimenti fino a 1 milione di euro per l’anno 2024;
- Aliquota del 10% per investimenti fino a 1 milione di euro per l’anno 2025.
Innovazione tecnologica, ricerca e sviluppo: gli altri crediti d'imposta
Oltre ai crediti d’imposta sopra menzionati, i piani nazionali prevedono ulteriori crediti d’imposta per andare incontro a più esigenze aziendali e favorire al contempo il raggiungimento degli obiettivi individuati.
Alle imprese che investono in progetti di ricerca e sviluppo (attività di ricerca fondamentale, industriale e sviluppo sperimentale) per il periodo dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2031 è riconosciuto un credito d’imposta pari al 10%, nel limite di spesa massimo annuale di 5 milioni di euro.
Al momento sembra che non siano più riconosciuti i crediti d’imposta per attività di formazione 4.0 e beni strumentali ordinari (beni non 4.0) previsti fino al 31 dicembre 2022.
È riconosciuto un credito d’imposta per le attività di innovazione tecnologica, finalizzate alla creazione di prodotti o processi di produzione nuovi o migliorati, pari al 10% fino al 31 dicembre 2023 e al 5% del costo dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025, nel limite massimo di spesa annuale pari a 2 milioni di euro.
Infine, è riconosciuto un credito d’imposta per innovazione tecnologica 4.0 e green alle imprese che investono in attività finalizzate al raggiungimento di obiettivi di transizione ecologica o di innovazione tecnologica 4.0, mediante attività indirizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati. In questo caso, lo Stato riconosce l’agevolazione in misura pari al 10% per l’anno 2023 e pari al 5% per i periodi successivi fino al 31 dicembre 2025, nel limite massimo di spesa annuale pari a 4 milioni di euro.
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