head
Guida alla plastic tax

Guida alla plastic tax

21/01/2020

Questo contenuto è stato aggiornato in data 04/01/2022


I buoni propositi verso l’economia circolare: la plastic tax a breve entrerà in vigore. Conosciamo tutti i dettagli dell’imposta prevista dalla legge di bilancio 2020; scopriamo insieme cosa s’intende per prodotti MACSI e come accedere al credito d’imposta per l’adeguamento degli impianti.


Economia circolare e plastic tax MACSI: c’è relazione?


A seguito delle proposte e delle modifiche previste dalla prassi, il 27 dicembre 2019 è entrata in vigore la legge di bilancio 2020 (commi 634-658). Una norma che introduce nuove misure nel sistema fiscale italiano, tra cui la plastic tax.


Modificata più volte e seguita da numerose critiche, la plastic tax è un’imposta che i soggetti impegnati nella produzione di materie plastiche devono versare.


Il Governo chiarisce che con la plastic tax si vuole incoraggiare i produttori di materie plastiche a fare meglio e di più, al fine di favorire la transizione dall’economia lineare all’economia circolare. Incoraggiare, dunque, la nascita di un’economia che si distacca dal modello: prendi, produci, consuma e getta per passare ad un modello incentrato sull’intero ciclo di vita del prodotto, fino al suo riciclo e riutilizzo finale.


Plastic tax 2020: cos’è?


La parola MACSI, così come esposto nell’art. 634 del testo di legge, si riferisce ai manufatti di singolo impiego realizzati con materie plastiche – anche se in misura parziale – e usati per proteggere, contenere, manipolare o consegnare merci o prodotti alimentari. Possono avere forme diverse: fogli, strisce o pellicole e sono costituiti da polimeri organici sintetici. Rientrano in questa categoria:


  • I materiali realizzati con l’impiego di materie plastiche per la chiusura, la commercializzazione o la presentazione di MACSI o di manufatti realizzati con materie diverse;
  • I semilavorati realizzati con materie plastiche e usati per la realizzazione di prodotti MACSI.


Sono esclusi da questa classificazione:


  • I materiali che sono stati ideati, prodotti e commercializzati per compiere diversi trasferimenti durante tutto il loro ciclo di vita o per essere riutilizzati per lo stesso scopo per il quale sono nati;
  • I MACSI compostabili conformi alla norma UNI EN 13432;
  • I dispositivi medici classificati dall’apposita commissione unica;
  • I MACSI realizzati per proteggere preparati medicinali.


La plastic tax è pari a 0,45€ per ogni chilogrammo di materie plastiche contenute in prodotti MACSI.


Chi sono i soggetti obbligati?


L’imposizione della plastic tax nasce nel momento di produzione e di immissione al consumo di prodotti MACSI nel territorio italiano. Pertanto, i soggetti obbligati al versamento di questa tassa sono:


  • Il fabbricante italiano di prodotti MACSI;
  • I consumatori privati e i soggetti che nell’esercizio dell’attività economica acquistano prodotti MACSI provenienti da altri paesi membri UE;
  • L’importatore di prodotti MACSI provenienti da paesi terzi.


I produttori italiani che, in maniera diretta, cedono prodotti MACSI verso altri paesi membri UE non sono tenuti al pagamento dell’imposta.

I soggetti non residenti in Italia interessati dall’obbligo di versamento della plastic tax possono rispettare la norma nominando un rappresentante fiscale.


Plastic tax: come pagare


Per versare la plastic tax i soggetti interessati devono presentare una dichiarazione all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Un documento nel quale vengono annotati tutti gli elementi utili all’accertamento dell’imposta. La dichiarazione va presentata entro la fine del mese successivo al trimestre a cui la stessa si riferisce ed entro lo stesso termine deve avvenire il pagamento.


Per i prodotti MACSI provenienti da altri paesi membri UE e acquistati da un consumatore privato, la dichiarazione va presentata dal cedente attraverso la nomina di un rappresentante fiscale.


Nella dichiarazione bisogna includere il dettaglio delle quantità di materie plastiche contenute nei prodotti MACSI utilizzati per realizzare altri manufatti di singolo impiego. Ciò al fine di consentire ai funzionari dell’Agenzia di eliminare dalla base imponibile la somma dei quantitativi per i quali è già stata versata l’imposta per intervento di altri soggetti.


Per gli importi inferiori o pari a 10€ i soggetti interessati dalla plastic tax non sono tenuti né al versamento né alla presentazione della dichiarazione all’Agenzia delle Dogane.
Cosa succede poi?

L’articolo 647 della legge di bilancio 2020 precisa che è compito dell’Agenzia delle Dogane verificare la veridicità di quanto dichiarato anche attraverso l’accesso diretto agli impianti di produzione.


Il pagamento della plastic tax non dovuto consente di accedere alla possibilità di recupero del denaro versato attraverso la richiesta di rimborso. Quest’ultimo ha retroattività pari a due anni e prevede un periodo di prescrizione per il recupero del credito pari a 5 anni.


Plastic tax Italia: quando entrerà in vigore?


In origine, la decorrenza della plastic tax era fissata al 1° giorno del secondo mese successivo alla data di pubblicazione del provvedimento interdirettoriale dell’Agenzia delle Entrate. In effetti, gli step scanditi dalla legge di bilancio 2020 prevedevano la pubblicazione di ulteriori due provvedimenti: uno da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per la definizione delle modalità di attuazione dell’imposta; l’altro dall’Agenzia delle Entrate per stabilire le modalità per l’eventuale scambio di informazioni tra la stessa e l’ente doganale.


Dato che questi provvedimenti mancano ancora all’appello e data la necessità di non aggravare ulteriormente la situazione finanziaria delle imprese, il Governo sceglie di prorogare ulteriormente l’entrata in vigore della plastic tax che, ad oggi, è fissata al 1° gennaio 2023. 


Cosa rischia chi non versa la plastic tax?


Il mancato versamento della plastic tax viene punito con una sanzione dall’importo compreso tra il doppio e il decuplo di quanto dovuto, e comunque mai inferiore a 500€.

Chi paga in ritardo rischia il pagamento di una sanzione pari al 30% dell’imposta dovuta.
Mentre coloro che presentano la dichiarazione in ritardo all’Agenzia delle Dogane o che commettono altre violazioni legate all’imposta rischiano il pagamento di una multa che va da 500 a 5.000 €. Meglio fare attenzione, dunque, e adeguarsi quanto prima alle norme.


I crediti d’imposta per l’adeguamento degli impianti


Lo Stato riconosce un credito d’imposta a tutte le imprese attive nel settore delle materie plastiche e impegnate nella produzione di manufatti di singolo impiego (prodotti MACSI).

Il credito è pari al 10% della spesa sostenuta per l’adeguamento degli impianti produttivi utili alla realizzazione di manufatti compostabili conformi alla norma UNI EN 13432:2002. Può essere riconosciuto un credito d’imposta fino ad un massimo di 20.000 € per ogni beneficiario.


Questa misura sposa lo stesso intento dei crediti previsti con il Piano Industria 4.0: aggiornare le imprese nazionali in virtù di una transizione verso un’economia circolare e sostenibile.


Le imprese che hanno sostenuto una spesa economica per far fronte alla formazione dei dipendenti circa l’uso del macchinario acquisito possono richiedere un altro credito d’imposta. Entrambe le misure sono cumulabili con altri incentivi.


Continua a seguire il nostro blog per conoscere le ultime news in materia di efficienza energetica, sostenibilità ambientale ed economia sostenibile.

ARTICOLI CORRELATI