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Simbiosi industriale ed economia circolare: meno emissioni CO2 con l’uso efficiente delle risorse

Simbiosi industriale ed economia circolare: meno emissioni CO2 con l’uso efficiente delle risorse

10/03/2020

Il raggiungimento dell’efficienza nell’uso delle risorse si inserisce in un contesto in cui si ha la transizione dal modello di economia lineare a quello di economia circolare.

In Europa sono presenti delle reti di sostegno per la simbiosi industriale e partenariati europei per l’innovazione, in quanto viene individuato come uno strumento utile al passaggio verso la circular economy: si punta alla condivisione di risorse tra imprese di settori diversi. È stata infatti riconosciuta come parte della strategia europea per l’uso efficiente delle risorse.


Perché dei sottoprodotti devono diventare rifiuti, se possono essere riutilizzati per scopi produttivi da altre imprese?


Il contributo all’efficienza produttiva e alla competitività delle imprese


La simbiosi industriale consiste nello scambio di materiali, energia, acqua e sottoprodotti tra industrie e organizzazioni di tipo diverso che nella maggior parte dei casi sono vicine geograficamente.

Rappresenta una strategia di ottimizzazione dell’uso delle risorse in modo da generare vantaggi competitivi per le imprese attraverso il loro trasferimento, sia nel settore agricolo sia industriale.

I principali mezzi con cui si realizza sono la condivisione delle infrastrutture per l’utilizzo e la gestione; la fornitura congiunta di servizi necessari per soddisfare i bisogni delle imprese, quindi per la sicurezza, i trasporti, la gestione dei rifiuti; l’utilizzo dei materiali di scarto, o anche delle materie prime.


Quali sono i vantaggi della simbiosi industriale?


La simbiosi industriale apporta vantaggi economici, ambientali, sociali:


  • riduzione dei costi per materie prime, energia e smaltimento dei rifiuti
  • creazione di una rete di business
  • nuove opportunità di mercato
  • ottimizzazione dell’uso delle risorse
  • diminuzione delle emissioni CO2


La sua realizzazione è possibile solo grazie alla collaborazione tra le imprese e alla sinergia presente sul territorio.


Ogni materiale rappresenta un bene economico


Attraverso la riduzione degli scarti la simbiosi industriale delinea un sistema caratterizzato da una interdipendenza in cui i prodotti di scarto di una linea di produzione diventano preziosi per altre tipologie di produzione.

Ecco, allora, la connessione con l’economia circolare: grazie all’interdipendenza si genera un sistema produttivo circolare, in cui non vi è più il concetto tradizionale di rifiuto, in quanto tutti i materiali sono oggetto di scambio, non diventano mai rifiuto/scarto. Essi rappresentano sempre un bene economico.


Nel settore agricolo utilizzando alcuni residui provenienti da attività agroindustriali si può avere addirittura una rigenerazione del suolo agricolo, ad esempio con sostanze o materiali che possono essere utilizzati come fertilizzanti. Non solo quindi si sfruttano le potenzialità del sottoprodotto, ma si riduce anche l’impatto ambientale derivante da processi produttivi.


Simbiosi industriale in Ue: l’esperienza della Danimarca


Il processo di simbiosi in Danimarca è iniziato negli anni 60 dalla cooperazione di 6 imprese diverse: un impianto di produzione di energia elettrica, una raffineria di petrolio, una società biotecnologica, una società di prodotti da costruzione, una società di gestione dei rifiuti e l’amministrazione locale. Negli anni a venire la rete si è ingrandita e ha adattato i processi industriali alle innovazioni tecnologiche. Si basa su scambi energetici, riciclaggio dell’acqua, recupero di materiali: una vera trasformazione di rifiuti in risorse che ha generato una consistente riduzione dell’inquinamento, un risparmio enorme di acqua, la diminuzione dell’estrazione di materiali fossili, che si traducono in tonnellate in meno di emissioni CO2 rilasciate in atmosfera!


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La commissione europea ha approvato un pacchetto di norme sull’economia circolare – che dovrebbe entrare in vigore dal 2030 – il quale obbligherà i Paesi membri a riciclare almeno il 70% dei rifiuti urbani e l’80% dei rifiuti da imballaggio, oltre al divieto di smaltire in discarica quelli biodegradabili e riciclabili.

Lo smaltimento dei rifiuti in discarica costituisce un rischio di inquinamento per l’acqua, il suolo e l’aria.

Aumentare la sostenibilità ambientale dei prodotti o della propria organizzazione significa partecipare al processo di decarbonizzazione globale ed entrare a far parte di un mercato sicuro e redditizio.


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